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Aggressione omofoba a Inverigo, Como

Suona il campanello d’allarme per i fatti recentemente riportati dalla stampa grazie alla denuncia di Thomas, coraggioso ragazzo gay di Inverigo il quale, passeggiando sulla pubblica via, sarebbe stato oggetto delle attenzioni del “branco”; offeso, dapprima, con epiteti omofobi e, poi, addirittura preso a sassate. L’aggressione, in perfetto stile predatorio, sarebbe stata compiuta da una quindicina di ragazzi a causa dei capelli rosa di Thomas; prova, evidentemente dirimente, di una omosessualità ai loro occhi intollerabile, degna dell’ingiuria e delle sassate.

I fatti denunciati sono inaccettabili, gravi, ed attestano un crescendo di aggressività omofobica preoccupante nel territorio della provincia di Como. Suona dunque il campanello d’allarme, perché ciò che Thomas ha subito è un inquietante segnale dell’abbandono e dell’intolleranza che, sempre più, mostrano il loro volto violento; un’espressione vivida di una certa trascuranza, più che ventennale, della società italiana nei confronti delle minoranze, del diverso.

Oggi più che mai, i fatti di Inverigo fanno balzare all’occhio la necessità improrogabile di una legge atta contrastare la violenza e l’odio omolesbobitransfobici; fenomeni in cui sempre più vittime, per il solo fatto di vivere alla luce del sole la propria diversità nelle forme identitarie più diverse, si trovano a contatto con una realtà incapace di comprendere – e dunque accettare – un cambiamento irreversibile in atto da tempo. Se in Italia il DDL Zan fosse legge, un episodio simile non sarebbe, forse, accaduto e avremmo potuto risparmiare a Thomas lo stigma, la violenza e la paura di uscire di casa. La vicenda assume tinte ancor più fosche, se si pensa che, a detta del ragazzo, le Forze dell’Ordine avrebbero sconsigliato una denuncia formale perché ciò non avrebbe avuto alcun seguito. Quanto raccontato contiene indubbiamente indizi ed elementi di reato a sufficienza per aprire un’inchiesta che, ai sensi dell’obbligatorietà dell’azione penale, non può essere lasciata cadere nel nulla; pena il “graziare” – per l’ennesima volta – una violenza divenuta ormai oggettivamente intollerabile.

Arcigay Como appoggia il coraggio di Thomas e la maturità delle sue parole, si stringe attorno a lui in questo difficile momento e lo sosterrà in quanto vorrà intraprendere per la giusta tutela dei propri diritti.

Stefano Marinetti

Presidente di Arcigay Como

LINK ALLA STAMPA:

https://www.fanpage.it/milano/mi-hanno-chiamato-fr-di-m-e-lanciato-pietre-il-racconto-di-thomas-vittima-di-omofobia/

https://www.gay.it/como-21enne-gay-lapidato

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